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Capitolo III - L'Avvento del Tram Elettrico - Parte I -

L'AVVENTO DEL TRAM ELETTRICO 



L'ORDINE Corriere delle Marche
Martedì - Mercoledì 19 - 20 Ottobre 1909

L'inaugurazione del tram elettrico

Finalmente abbiamo il tram elettrico! Finalmente le belle vetture attraversano rapide le nostre vie e le nostre piazze riempiendole di squilli lieti e di tenue fragore. E' un nuovo segno di vita e di civiltà che percorre da un capo all'altro Ancona, dalle verdi pendici dove s'adagiano i padiglioni di cura per i poveri mentecatti, alle case nuove, linde e fresche di Via Santa Margherita, la recente propaggine di questa antica città dorica che si sviluppa e s'espande e si distende fra i suoi colli fioriti e il mare, a cercar l'aria ed il sole. Come ventott'anni fa, in un limpido mattino iemale, il popolo d'Ancona salutò la tramvia a cavalli che s'inaugurava, così oggi ha salutato con entusiasmo e soddisfazione il tram elettrico - per l'attuazione del quale opera tanta assidua ed intelligente spesero civiche amministrazioni rette da nostri amici - che indica il sempre più intenso progredire dei tempi, che segna un'altra tappa della nostra Ancona nella via del suo miglioramento, della modernità, della civiltà.

Il 19 ottobre resterà una data lieta della nostra vita cittadina. Stamane, con solennità, ha avuto luogo all'Officina della Palombella la inaugurazione del tram elettrico, in presenza dei rappresentanti di tutte le autorità cittadine, di numerose ed eleganti signore, dei rappresentanti della stampa. Abbiamo notato: S. E. il Comandante il nostro Corpo d'Armata comm. Caneva, il generale comandante la Brigata comm. Saveri, il colonnello di Stato Maggiore cav. Ciancio, il Prefetto comm. Trinchieri, l'on. Pacetti, il Sindaco conte avv. Bonarelli, gli ex sindaci commendatori avv. Felici, e dott.Petrelli, gli assessori cav. Ascoli e l'ing. cav. Piccioni, il cav. uff. Leopoldo Beer, i consiglieri provinciali conte Carletti Giampieri, cav. Ceccacci, prof. cav. Bucci Cesari, ing. Fossa Mancini, dott. Della Pergola, il questore comm. Lutrario, il prof. Andreucci, il Direttore della Banca d'Italia cav. Codevilla, l'avv. Agostinelli della Giunta provinciale Amministrativa, l'avv. Carloni, il S.P.G. cav. Gigli, il Direttore C ompartimentale delle ferrovie cav. ing. Doux con vari alti funzionari, il dott. Barello e il prof. Costarelli per la raffineria, l'ing. Zanconi e il sig. Picasso per i Cantieri, l'ing. Capo del Municipio Federiconi e molti altri ragguardevoli cittadini.

Agli intervenuti è stato offerto un ricco trattamento servito dalla pasticceria Garelli. Levando il calice dello champagne, il Sindaco conte avv. Bonarelli ha pronunciato un opportuno brindisi con cui si è rallegrato della solennità odierna augurandosi che l'impresa - così utile e decorosa - abbia sempre maggior estensione ed incremento lungo la nostra marina, e ne raccolga i meritati frutti. Ha bene augurato alla Società e al comm. Felici al quale la città deve essere profondamente grata perché fu il comm. Felici a risolvere a risolvere la complessa questione tranviaria nei rapporti delle antecedenti concessioni. (Applausi) Dopo i discorsi la folla degli invitati visita il padiglione delle macchinedove si farà funzionare la dinamo più possente.

Quando il volano di questa si mette in moto, un grande applauso echeggia e viene servita altra champagne con cui si inneggia a questo primo passo del gigantesco ferreo mostro che dapprima lento divien poi velocissimo nei suoi giri vorticosi. Nel padiglione sono tre le dinamo: una di 300 cavalli circa, un'altra di 150 e la terza di 50. In un'altra sala stanno accumulatori che in caso venisse meno o fosse insufficiente la produzione dell'elettricità, possono imprigionare tanta energia da permettere a dodici vetture di circolare sulle linee per tre ore continuate. Le macchine e il loro impianto, compresa la costruzione del padiglione, sono costate mezzo milione di lire.

Le vetture sono state costruite dalle Officine meccaniche di Reggio Emilia. Cinque automotrici, imbandierate coi colori nazionali e di Ancona, riconducono gli invitati in città. Esse percorrono, svelte, tutte le linee tra l'amministrazione del pubblico che sosta per le vie, s'affaccia alle porte e alle finestre. Una turba di monelli le insegue gridando gioiosamente. Le vetture raggiungono l'erta di Via Marsala, e salgono, benché gremite, con facilità. Lo slittamento delle ruote in vetta allo svolto per Via Farina, è presto vinto. Dall'alto della vettura scorgiamo al livello del Corso una siepe umana ammirante. Via via, superata la linea delle costruzioni del Nuovo Ospedale, tra il plauso della folla e l'impennamento di qualche cavallo, si raggiunge il Mattatoio dove le vetture si soffermano un po', percorrono la linea sino al Manicomio e retrocedono. Quest'oggi alle 14 il servizio tramviario elettrico è cominciato pel pubblico.

Il padiglione della Palombella ove erano piazzate le tre dinamo
da 50, 150 e 300 cavalli necessarie per una buona
alimentazione delle linee elettriche tranviarie.
 
 
"Cu l'arivo del tranve eletrico anche in Ancona al tranve a cavali andò in pensiò e il servizio fu smobilitato. Al vecchio personale de l'Azienda venne data la precedenza pe guidà sti novi mezzi elettrighi, se capisce che bisognava studià e fa pratiga e po' in ultimo c'era da dà l'esame (e tuti ciavevane paura!).
 
Due motrici in sosta nel tratto a doppio binario in piazza del Teatro; alle Muse davano spettacoli sin dal 28 Aprile 1827.
 
 
Racconta lo scultore Sanzio Blasi, ancunitano intel libro suo 'Da Capedemonte al Guasco' stu fatarelo ch'è sucesso quando 'Celestì de Melela' (quelo de la cavalina storna La Marchesina) se presentò a l'esame davanti l'Ingegnere Molluschi, bolognese, che poi si stabilì in Ancona dove morì all'età di 103 ani. Durante la prova teorica del nostro Celestì, el Diretore jè fa sta dumanda: se mentre salite con la vostra vettura per la Via Marsala a fianco del Tribunale, per un guasto improvviso sentite che la vostra motrice non ce la fa più a salire, cosa fate? E Celestì pronto: Sor Diretore tiru più che posu el freno a mà e po' si è che vedu che nun jela guanta a tenela, adopru quelo a aria.... Ma el Diretore incalza: E se neppure così riuscite a bloccare la vettura e questa continuasse ad andare all'indietro?.... Celestì, invece de risponde che in stu caso estremo bisognava prima de tuto invertì la marcia e po' azionà el freno eletrigo, risponde: E sor Diretore miu.... tristi a chi je capita!.... Perchè saria 'na fregnacia tropo grossa.... e propriu a me duvria capità?.... Ne mancu a dilo Celestì fu bociato e pasato al reparto pulizia de le nove luciganti veture eletrighe.
 
Il deposito, prima del tram a cavalli poi di quello elettrico, costruito in via Nazionale di fronte all'Officina del Gas. A sinistra carrelli di servizio per la manutenzione e riparazione della linea aerea.
 
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